Manuel de Falla y Matheu (Cadice, 23 novembre 1876 – Alta Gracia, 14 novembre 1946) è stato un compositore spagnolo, esponente dell'impressionismo musicale.
A Cadice effettuò i primi studi musicali, prima di trasferirsi, appena ventenne a Madrid, dove studiò composizione per quattro anni sotto la guida di Pedrell, che gli fece conoscere Claude Debussy.[1]
Le sue prime opere furono da camera, passando dalla zarzuela all'opera teatrale La vida breve (1905) che ricevette premi e riconoscimenti.
Dal 1907 al 1914 soggiornò a Parigi, dove venne a contatto con Debussy e Maurice Ravel.
Una volta scoppiata la guerra in Spagna, trascorse cinque anni nella capitale e poi in Granada. Grazie all'amicizia con Lorca fondò una compagnia di spettacoli e balletti.
Le sue composizioni fino al 1922 vennero conosciute come "francesi" non intese nel senso nazionalistico del termine, ma piuttosto nel senso di un "genere" di musica. Tali generi avevano come modello Debussy, Isaac Albéniz (il ciclo dei pezzi per pianoforte intitolato Iberia) e alcune composizioni di Maurice Ravel.
Falla ricevette una richiesta dalla rivista Revue musicale, diretta da Henry Prunières, di scrivere una composizione per commemorare il lavoro di Debussy. Nell'agosto del 1920 compose L'homenaje, "Piece de guitarre ècrit pour le tombeau de Debussy", eseguito prontamente da Andrés Segovia e Miguel Llobet. che può essere definito come il brano che dà origine alla letteratura chitarristica moderna. O meglio, il brano che con il suo sapore intimistico e impressionista, costituisce una vera e propria rinascita, dopo l'oblio in cui era caduto lo strumento nel Tardo Romanticismo Ottocentesco. Finalmente la chitarra tornava di nuovo ad attualizzarsi perché la musica moderna cercava delle peculiarità adatte alla sua timbrica. Ricordiamo che la chitarra con la propria identità armonica naturale (basta suonare le sue corde a vuoto per produrre un accordo di stampo impressionista) e coloristica, influenzerà alcuni aspetti dello stile di Claude Debussy, il quale, a sua volta, li trasmetterà a de Falla.
Scrisse diversi balletti per il Ballets Russes di Sergej Diaghilev, grande impresario del tempo che commissionò lavori per Debussy, Ravel, Stravinskij, Satie, Milhaud, R. Strauss e Prokof'ev.
Si mise in evidenza soprattutto con il Concerto composto tra il 1923 e il 1926, per clavicembalo e per cinque strumenti, nel quale il folklore[2] subisce un reimpasto innovativo visto attraverso una lente deformata, che colora in modo originale tutta la Spagna archetipica, dalla corrida, alla serie dei vizi e delle tradizioni, dalle feste all'incantesimo delle notti. Il tutto scritto in un linguaggio moderno ed elaborato.[1]
Dopo la guerra civile del 1936 lasciò la Spagna ed emigrò in Argentina. Visse in suoi ultimi anni ad Alta Gracia insieme alla sorella Carmen in una casa, lo chalet "Los Espinillos", che ora ospita il Museo Manuel de Falla. Infatti morì 7 anni dopo il suo abbandono della Spagna. Dopo la sua morte, un suo collega, Ernesto Halffter, completò una sua opera, Atlántida.
Fonte: Wikipedia