Dio è morto

Schede primarie

Genere: 

Testo di Francesco Guccini

Ho visto
La gente della mia età andare via
Lungo le strade che non portano mai a niente
Cercare il sogno che conduce alla pazzia
Nella ricerca di qualcosa che non trovano
Nel mondo che hanno già
Lungo le notti che dal vino son bagnate
Dentro le stanze da pastiglie trasformate
Lungo le nuvole di fumo
Nel mondo fatto di città
Essere contro od ingoiare
La nostra stanca civiltà
È un Dio che è morto
Ai bordi delle strade, Dio è morto
Nelle auto prese a rate, Dio è morto
Nei miti dell'estate
Dio è morto
Mi han detto
Che questa mia generazione ormai non crede
In ciò che spesso han mascherato con la fede
Nei miti eterni della patria e dell'eroe
Perché è venuto ormai il momento di negare
Tutto ciò che è falsità
Le fedi fatte di abitudini e paura
Una politica che è solo far carriera
Il perbenismo interessato, la dignità fatta di vuoto
L'ipocrisia di chi sta sempre
Con la ragione e mai col torto
È un Dio che è morto
Nei campi di sterminio, Dio è morto
Coi miti della razza, Dio è morto
Con gli odi di partito
Dio è morto
Io penso
Che questa mia generazione è preparata
A un mondo nuovo e a una speranza appena nata
Ad un futuro che ha già in mano
A una rivolta senza armi
Perché noi tutti ormai sappiamo
Che se Dio muore è per tre giorni e poi risorge
In ciò che noi crediamo, Dio è risorto
In ciò che noi vogliamo, Dio è risorto
Nel mondo che faremo
Dio è risorto
Dio è risorto
Dio è risorto
Dio è risorto
Dio è risorto

"Dio è morto" (se Dio muore, è per tre giorni poi risorge) è un brano musicale scritto dal cantautore italiano Francesco Guccini nel 1965, il cui testo è ispirato al poema di Allen Ginsberg intitolato "L'urlo" mentre il titolo al mito di Friedrich Nietzsche della Morte di Dio. Nell'aprile 1967 il brano fu inciso in contemporanea da Caterina Caselli e dal gruppo beat I Nomadi.