Libretto di Ranieri de' Calzabigi
Che farò senza Euridice?
Dove andrò senza il mio ben?
Euridice!... Oh Dio! Rispondi!
lo son pure il tuo fedel!
Euridice... Ah! non m’avanza
Più soccorso, più speranza,
Né dal mondo, né dal ciel!
Che farò senza Euridice?
Dove andrò senza il mio ben?
Ma finisca, e per sempre,
Colla vita il dolor! Del nero Averno
Sono ancor sulla via: lungo cammino
Non è quel che divide
Il mio bene da me.
M’aspetta, ombra adorata! Ah, questa volta
Senza lo sposo tuo non varcherai
L’onde lente di Stige! Io sfido, o Numi,
Sin il vostro poter!
"Che farò senza Euridice" è il brano più famoso dell'opera "Orfeo ed Euridice" musicata dal compositore tedesco Christoph Willibald Gluck. In questa opera viene messa in pratica per la prima volta l'ambizione di Gluck di riformare l'opera seria. Per conferire più realismo all'azione, Gluck si basa infatti su un libretto già pronto, scritto da Ranieri de' Calzabigi.