Testo di G. Raffaelli e G. Del Freo
Figli dell’officina
O figli della terra
Già l’ora s’avvicina
Della più giusta guerra
La guerra proletaria
Guerra senza frontiere
Innalzeremo al vento
Bandiere rosse e nere
Avanti, siam ribelli
Fieri vendicator
D'un mondo di fratelli
Di pace e di lavor
Dai monti e dalle valli
Giù giù scendiamo in fretta
Con queste man dai calli
Noi la farem vendetta
Del popolo gli arditi
Noi siamo i fior più puri
Fiori non appassiti
Dal lezzo dei tuguri
Avanti, siam ribelli...
Noi salutiam la morte
Bella vendicatrice
Noi schiuderem le porte
A un'era più felice
Ai morti ci stringiamo
E senza impallidire
Per l’anarchia pugnamo
O vincere o morire
Avanti, siam ribelli...
"Figli dell'officina", talvolta menzionato come "Avanti siam ribelli" è un canto tra i più diffusi nel movimento dei lavoratori. Il testo fu scritto nel 1921 da Giuseppe Raffaelli e Giuseppe Del Freo, anarchici carraresi, in reazione alle squadracce fasciste. Pertanto è anche un inno tradizionale del movimento anarchico. La musica deriva da un canto militare, probabilmente cantato in artiglieria.