Versi di S. Alfonso de' Liguori
O voi ch’in tante mie pene amare
lieti ne andate per questa via,
vedete oh Dio, se mai vi sia
dolore eguale al mio dolor.
Questo che innanzi lacero, esangue
mi sta morendo su di quel legno,
questo è mio Figlio, che non è degno
di strazi e scherni, ma sol d’amor.
Questo è quel Figlio, che ‘l gran Fattore
del Mondo tutto vanta per Padre;
e questo è Quello che per sua Madre
prima del mondo mi destinò.
Egli è quel Dio che in quella notte
vidi la prima fatto Bambino,
che col suo bello Viso Divino
sin da quel punto m’innamorò.
Egli mi scelse per sua diletta
fida compagna della sua vita:
e poi mi tenne sempre ferita
e innamorata di sua beltà.
E questo è Quello, ch’ ora mi vedo
su quel d’affanni letto funesto
morir tra pene sì afflitto e mesto,
che ancor le pietre move a dolor.
Dove si volge, Egli non trova
chi lo difenda, o lo conforti;
ma tutti vede intenti e accorti
a far più duro il suo patir.
Eterno Padre, Tu che sì l’ami,
come dal Cielo Tu puoi soffrire
veder tal Figlio tanto patire,
e non avergli neppur pietà?
Ma oh Dio, che ‘l Padre vestito il vede
di nostre colpe, ed Egli irato
seco si mostra; finché spirato
nol miri in Croce per nostro amor.
Figlio diletto, or che alla morte
già sei vicino, almen sapessi
io consolarti, o almen potessi
tra le mie braccia farti spirar!
Ahi, che non posso darti sollievo:
anzi ch’io stessa col mio dolore
porto più pena al tuo bel Core,
rendo più amaro il tuo morir.
Anime amanti, amate, amate
chi tutto acceso per voi d’Amore,
tutto contento per voi sen more,
e a voi non cerca altro che Amor.
In questa canzone scritta nella metà del Settecento da S. Alfonso sono riportate le parole pronunciate dalla Madonna dinanzi alla croce di Gesù